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di Manuel Pavanello

Quando ci spostiamo a Jesolo non ci accorgiamo nemmeno di quante persone famose abbiano percorso le nostre stesse vie, sia nel recente passato ma anche parecchi decenni addietro.

Questo è esattamente quanto accade tutte le volte che camminiamo per il parco Chico Mendes di via Ca’ Gamba, meglio conosciuto come “cimitero vecchio” dagli anziani del posto. Oggigiorno il suddetto parco è piuttosto disadorno con pochissime testimonianze rimaste di questo passato in loco anchè perchè quasi tutti i manufatti caratteristici sono stati separati. Il cippo trapezoidale con le pietre del Carso e sormontato da una lanterna è stato spostato in piazzetta Fanti del Mare, mentre la stele recante un’iscrizione del poeta Gabriele D’Annunzio è stata collocata in piazza Matteotti, e nei suoi pressi la città festeggia l’anniversario della Repubblica Italiana il 2 giugno. Invece, scomparsa del tutto è la lanterna del tutto simile a quella che sormonta il Cippo dedicato agli Eroi del Piave.

Jesolo (allora si chiamava ancora “Cavazuccherina”) dal novembre 1917 al giugno 1918 è stata fronte di guerra nel 1° Conflitto Mondiale e proprio l’attuale parco di via Ca’ Gamba è stato un cimitero di guerra e lo è rimasto fino alla fine degli anni ’60, momento in cui quest’area fu convertita in un parco rimuovendo le tombe e le croci rimaste. Tra le salme ivi sepolte giaceva anche quella del Tenente di Vascello Andrea Bafile, altra figura centrale nella nostra località. Non solo, ma uno degli 11 corpi di caduti della Prima Guerra Mondiale tra cui è stato scelto il Milite Ignoto da tumulare presso l’Altare della Patria a Roma, proveniva proprio da lì. Esiste quindi una concreta possibilità che quel milite ignoto fosse nostro compaesano, un “nostro figlio”.

Recentemente anche il Comune di Jesolo all’unanimità ha concesso la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto a perenne gratitudine del valore e del sacrificio dimostrato dagli oltre 650 mila caduti della Grande Guerra. La storia del primo conflitto mondiale è anche la storia vissuta in prima persona dagli anziani della nostra città, i quali hanno visto perire valorosi soldati. Il “Fante senza nome”, chiunque egli sia e dovunque provenga, appartiene in ogni caso alla nostra storia, alla nostra città e ai nostri cuori perchè rappresenta lo spirito di sacrificio che ha portato all’unità nazionale.

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