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Ascesa e “declino” della prima industria mondiale

Oggi sbalordisce vedere un manufatto prendere forma lungo una catena di montaggio in cui dei componenti standard sono assemblati fino a ottenere il prodotto finale in più copie identiche. Magari ci stupiamo dell’efficienza di questo modello industriale “a struttura accentrata”, come lo chiamano gli economisti. Quello che in pochi sanno è che questa modalità produttiva era già una realtà a Venezia a partire dal XII secolo d.C. L’Arsenale di Venezia è stato la prima industria “statale” al mondo in qualità di cantiere navale e fabbrica di armi, due attività essenziali nella lotta (marittima) contro il nemico, ottomano ma non solo. Ecco un altro primato del capoluogo di regione del Veneto.

Costruito tra la parrocchia di San Giovanni in Bragora e la Basilica di San Pietro di Castello, il sito fu scelto per la vicinanza del punto di attracco delle zattere di legname provenienti dal Cadore e dal Montello. Tre patrizi veneziani, nell’arco del loro incarico di 32 mesi non reiterabile, avevano l’onere di sorvegliare il complesso produttivo di navi e armi in quanto segreto di stato. Dalle sue origini nella seconda metà del XII secolo, sono avvenuti molti cambiamenti. All’inizio l’attività di quest’area era limitata alla manutenzione di una flottiglia di navi, al deposito di utensili, armi e legname, ma anche un centro di lavorazione della canapa. Assai significativo è il fatto che la canapa, impiegata per produrre cordame, provenisse dalla foce del fiume Don della Russia europea sudoccidentale. Dal Trecento al Cinquecento, momento si massima espansione dell’attività marittima e militare veneziana, l’Arsenale subì cinque importanti ampliamenti in termini di estensione e di capacità produttiva. Nel periodo che va dal XVII al XVIII secolo il predominio di Venezia va scemando, ma l’Arsenale rimane attivo anche dopo la fine della Serenissima nel 1797 con il trattato di Campoformio. L’Arsenale fu prima saccheggiato da Napoleone, poi ripristinato dagli austriaci (1798-1805), poi potenziato durante il Regno d’Italia diventando principale base navale dell’Adriatico prima del governo napoleonico (1805-14) e poi dell’Impero austriaco. Infine, gli ultimi 3 ampliamenti si concretizzarono durante il Regno d’Italia sabaudo e costituirono l’ultima fase gloriosa di quest’area, la quale fu riutilizzata come sede per innalzare bunker tedeschi in cemento armato durante il 2° conflitto mondiale. Da lì in poi il declino.

Dal 6 febbraio 2013 il Comune di Venezia è proprietario della maggior parte del complesso urbanistico dell’Arsenale (quasi il 60%). Non dimentichiamoci che un quarto dell’area ospita le esposizioni di arte contemporanea della Biennale di Venezia, altro appuntamento imperdibile. Una quota minoritaria rimane alla Marina Militare Italiana con l’Istituto di Studi Militari Marini e il Museo Storico Navale. Insomma, sono cambiati i tempi e i modi, ma l’Arsenale è stato e rimane ancora oggi uno dei centri propulsori dell’economia cittadina.

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Chiesa del mese

Chiesa di San Zaccaria

Tra le innumerevoli chiese di Venezia, un ruolo di spicco ha avuto la chiesa di San Zaccaria, situata nel sestiere di Cannaregio alle spalle dell’area Marciana. Risalente in origine al IX secolo, tale edificio è dedicato a Zaccaria, padre del più noto San Giovanni Battist, le cui spoglie furono donate alla Serenissima dall’imperatore bizantino Leone V per rafforzarne la reciproca amicizia. Così vuole la leggenda. Quella attuale è opera di Mauro Codussi nel XV secolo: tre navate con volte a crociera; la facciata appare tripartita da colonne a coppie ed è sormontata da un grande timpano ad arco su cui torreggia la statua di San Zaccaria. Numerose finestre, in numero decrescente dal basso verso l’alto, completano la parte frontale dell’edificio. Pensavate che Zaccaria fosse l’unico santo di cui sono conservate le spoglie e/o le reliquie? No, ce ne sono altri 11: San Achilleo, Claudio, Gregorio, Leone, Sabrina, Tarasio, Nereo, Pancrazio, Pietro e Stefano e Teodoro.

Tra calli e scalini

Ponte del Purgatorio: tra realtà e letteratura

L’Arsenale di Venezia fu uno dei motivi del dominio navale veneziano nel Mediterraneo. Persino Dante Alighieri (1265-1321) lo menzionò nella Divina Commedia, nella cantica dell’Inferno, in seguito a una visita nella Serenissima in qualità di ambasciatore ravennate. Questo fatto di “gossip” ci fa comprendere la notorietà che questa azienda statale veneziana aveva raggiunto nel resto della penisola italica. In segno di eterna gratitudine, i veneziani nominarono le abitazioni dei tre Patroni all’Arsenale, tre patrizi con incarico di vigilanza, “casa del Paradiso, del Purgatorio e dell’Inferno”, proprio come le cantiche della Commedia dantesca. Tre piccoli ponti privati, ora normalmente non accessibili al pubblico, permettevano di arrivare alle suddette abitazioni. A poca distanza dall’ingresso dell’Arsenale si erge il ponte del Purgatorio, in realtà una costruzione trascurabile dal punto di vista artistico di per sé. Difatti si tratta di un piccolo ponte di pietra costituito da un solo arco, il quale conduce a una porta affiancata da due elementi decorativi in rilievo: una testa di uomo con baffi da una parte e la testa di un animale dall’altra.

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Appuntamento con l’arte

Palazzo Zaguri, il polo espositivo che attrae turismo

Con le sue 35 sale, dislocate in 5 piani, Palazzo Zaguri rappresenta un polo espositivo permanente ricco di cultura. Si trova in campo San Maurizio a Venezia. A testimoniare il successo ci sono le oltre 30mila presenze nei primi quattro mesi della mostra “Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo” e i 45mila visitatori di Venice Secrets, che ha fatto rivivere le grandi storie di personaggi come Giacomo Casanova e Giordano Bruno. Tra gli aneddoti della mostra vi è la possibilità di scattare la propria versione fotografica de “L’attesa” di Casorati, nella fedele ricostruzione del quadro che riproduce nella realtà l’opera fin nei minimi particolari. La mostra“Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo” si è recentemente rinnovata. “Apollo e Dafne”, riproduzione più che perfetta del dipinto di Corrado Cagli, ha lasciato il posto al quadro originale dell’artista marchigiano, concesso dall’archivio Cagli di Roma. Poi ci sono due opere pittoriche di Ugo Gangheri, realizzate su sacchi da caffè sottoposti a detessitura, che arricchiscono il percorso espositivo, in stretto dialogo con gli arazzi dedicati a “Il lavoro” di Mario Sironi e al “Padiglione delle donne” di Paul Klee.

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Dimore Storiche

Sestiere Cannaregio: la Casa del Cammello, tra storia e leggende

Tra le curiosità dello splendido Sestiere di Cannaregio vi è sicuramente la famosa Casa del Cammello, il cui nome trae origine da un bassorilievo, posto sulla facciata di Palazzo Mastelli, che raffigura un uomo intento a trascinare il mammifero. Secondo un’antica leggeda l’effige venne scolpita da un ricco mercante orientale, che per amore voleva rendere la propria casa riconoscibile all’amata sposa. La donna, infatti, non aveva voluto seguire il marito alla volta della città lagunare. Ma non è l’unico aneddoto riguardante questo palazzo. Infatti, alla fine del 1700, la leggenda racconta anche di fantasmi che facevano suonare i campanelli alla stessa ora del giorno, svenimenti e rituali purificatori. Per non parlare di finestre che si aprivano, specchi infranti e ombre misteriose. Tuttavia, la cosa certa è che palazzo Mastelli venne edificato attorno al 1100. La famiglia che ha dato il nome al palazzo era attiva nel commercio di sete e spezie. Tre fratelli mercanti giunsero a Venezia dalla Morea per affari e sembra che la loro insegna fosse proprio quella del cammello.

I 4 Must di Venezia:

JJ9_venezia_must see_Museo Storico Navale di Venezia

Must-see

Museo Storico Navale

Situato in un ex granaio della Serenissima Repubblica del XV secolo, il Museo Storico Navale di Venezia è uno dei 5 totali presenti in Italia. Cinque sono anche i piani espositivi, i quali sono suddivisi a loro volta in 42 sale. La collezione di modelli di imbarcazioni comprende quelli scampati al saccheggio dell’Arsenale del 1797, ma anche modellini di barche dell’estremo oriente. Fra tutti spicca sicuramente il Bucintoro, la nave cerimoniale del Doge.


Riva S. Biasio Castello, 2148

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Must-do

Il cimitero di San Michele

Il Cimitero di San Michele, che si trova nell’omonima isola collocata tra Venezia e Murano, sembra un giardino che infonde pace e serenità, e dove si percepisce l’anima decadente della città.
Qui, lontani da ogni rumore, si può passeggiare tra le tombe di persone di religione cattolica, evangelica e ortodossa, e nel contempo scoprire dove riposano personaggi famosi come il pittore svizzero Louis Léopold Robert, il compositore Igor Stravinsky, il commediografo Giacinto Gallina e molti altri.

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Must-have

Gli specchi della strega

A Dorsoduro, a pochi passi dalle Gallerie dell’Accademia, c’é Canestrelli, bottega laboratorio artigianale della Famiglia Coluccio, che realizza “gli specchi della strega”. Conosciuti anche come “Sorcière” devono il loro nome alla forma convessa e, fin dai tempi antichi, sono considerati i portafortuna della casa. Creati completamente a mano, ispirandosi alla storia dell’arte, sono diversi l’uno dall’altro nei materiali, nelle sfumature cromatiche e nella capacità di riflessione. Tutto ciò fa di ognuno di essi un pezzo unico.

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Must-eat

Osteria Ale Do Marie

Se adorate piatti tradizionali con pesce (come polenta e seppie), allora questo posto fa per voi. Al di fuori della zona turistica, ecco che sbuca questa osteria tradizionale dove potrete rifocillarvi nel locale interno, in veranda oppure nel giardino.

San Francesco della Vigna, Castello 3129.

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