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Un caleidoscopio di shopping, turismo e cultura

Venezia è una città adorabilmente strana. È priva di strade per automobili, bus, treni e tram, tutti mezzi che la lambiscono appena; mancano pure i grattacieli di vetro che svettano nelle città più rinomate al mondo. Ci si muove a piedi, in vaporetto oppure in motoscafo, la gondola solca soprattutto i canali e i rii interni che attraggono i turisti. Il percorso principale della città, che include tutta la Strada Nova, è quello che da piazzale Roma porta velocemente alla stazione ferroviaria di Santa Lucia prima e al Campo dei Santi Apostoli poi. Lungo il tragitto si susseguono alloggi, negozi, bar e ristoranti per tutti i gusti e le tasche, oltre alle tipiche e coloratissime bancarelle di oggettistica locale. Non mancano i punti di riferimento storici, artistici e religiosi, disseminati ovunque. Inutile dire che l’arteria pedonale della Strada Nova è spesso affollata per questi motivi: ci passano i moltissimi turisti che arrivano a Venezia in bus oppure in treno. Nulla vieta di optare per vie secondarie molto più tranquille, come quelle che costeggiano la parte esterna del sestiere.

Volendo rimanere nella zona più dinamica, uno dei luoghi più interessanti da visitare è la Galleria Franchetti della Ca’ d’Oro. Situata nel sestiere di Cannaregio al n° civico 3932, la galleria è colma di opere d’arte donate allo Stato italiano sin dal 1916. Alcuni esempi sono le pitture veneziane del 1400 e 1500 provenienti dai luoghi di culto soppressi nell’Ottocento, ma non mancano opere della scuola toscana e fiamminga. Se pregevole è il contenuto, altrettanto si può dire per il “contenitore”, cioè la Ca’ d’Oro, edificio di proprietà statale dal 1992. Affacciata sul Canal Grande sin dal 1421-43, questo palazzo fu eretto per volere del mercante Marino Contarini, il quale assoldò maestranze diverse, una veneta e una lombarda. Il risultato di questa divisione nel lavoro si nota tuttora nell’apparato decorativo. Ora la facciata si presenta asimmetrica in stile gotico fiorito veneziano e, in origine, era coloratissima. Rosso, blu, nero, ma soprattutto oro dovevano produrre, secoli addietro, un effetto sorprendente per le imbarcazioni che percorrevano abitualmente il Canal Grande.

Non solo vie di terra e pietra, ma, nella rete viaria cittadina, ci sono anche percorsi di acqua lagunare salmastra. In questo caso specifico abbiamo menzionato il Canal Grande o “Canalazzo”, che divide il centro storico con una “S” rovesciata lunga 3,8 km. Dopotutto, Venezia è una città che si sviluppa tra terra e mare, basti pensare che ha, per fondamenta, pali di legno piantati nel sottosuolo. L’infissione dei pali avviene secondo linee parallele, conficcate su uno strato di caranto, uno strato argilloso estremamente compatto che funge da base per le mura perimetrali. Sì, non è una leggenda: Venezia è davvero costruita sull’acqua.

JJ7_venezia_Chiesa_di_San_Maurizio Venezia

Chiesa del mese

Chiesa di San Maurizio

Quella che ammiriamo oggi è una chiesa con pianta a croce greca sormontata da una cupola centrale; la facciata è in stile neoclassico con un bassorilievo nel timpano, più altri due rettangolari sottostanti, uno per parte.
Fondata nel 699, questa è una delle più antiche chiese veneziane e in origine fu dedicata ai santi Maurizio, Lazzaro e Adriano. L’edificio di culto subì tre interventi strutturali: nel 1105 dopo un incendio, nel 1590 e, infine, nel 1795 per volontà del nobile Pietro Zaguri su progetto di Antonio Diedo e Giovanni Antonio Selva. La parrocchia fu soppressa e chiusa al culto nel 1810 con i decreti napoleonici e ora ospita la mostra permanente del Museo della Musica, che propone un viaggio nella storia della musica barocca.
Nel 1319 la chiesa fu coinvolta in uno scandalo: il parroco designato, Giacomo Tanto, rapinò e uccise un altro sacerdote e fu condannato a essere rinchiuso in una gabbia sospesa (“cheba” in veneziano) al campanile di San Marco, dove si nutrì di pane e acqua fino alla morte. 

 

Sestiere di San Marco, Campo San Maurizio.
Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Ingresso libero.

Tra calli e scalini

Ponte Tron o “della Piavola”

Svettando sopra il Rio Orseolo, questo ponte collega le Fondamenta del Bacino Orseolo e Calle Tron, ricavata dalle abitazioni demolite dalla famiglia dei Tron all’inizio del 20° secolo. Difatti, la zona del sestiere di San Marco che va da calle della Frezzaria a piazzetta San Gallo fu interessata da interventi edili, che portarono alla configurazione urbana attuale in quest’area. Il ponte è anche conosciuto come ponte “della piavola”, cioè “della bambola” in dialetto veneziano, per le sue dimensioni molto ridotte. Costruito in pietra bianca d’Istria, presenta balaustre sui lati, secondo lo stile classico. Al centro dell’arco, sul lato, è posto uno stemma in pietra con un leone marciano in rilievo, all’interno di un cartiglio. Tutti questi dettagli potrebbero farci pensare a una origine antica, ma in realtà si tratta di un ponte costruito non prima del 1840, quindi relativamente recente. Anche in questo caso è stato scelto un design consono, da un punto di vista estetico, alla realtà urbana circostante di Venezia, come è successo per il ponte degli Scalzi o “della ferrovia”. 

 

Calle Tron, Fondamenta Orseolo, San Marco

JJ7_venezia_Mani giganti_biennale Lorenzo Quinn

Appuntamento con l’arte

Building Bridges, mani come ponti alla 58 Biennale.

Dopo le grandi mani bianche che spuntavano dall’acqua e sorreggevano Ca’ Sagredo, lo scultore Lorenzo Quinn, figlio del celebre attore Anthony Quinn, torna alla Biennale per presentare la sua opera più recente. “Building Bridges” è un’installazione monumentale, realizzata in fibra di resina, che presenta braccia e mani unite, situate sopra al bacino nei vecchi cantieri navali dell’Arsenale. Il nobile intento dell’artista contemporaneo è sensibilizzare i leader politici nei confronti dei cambiamenti climatici e ricordare a tutti quanto sia necessario affrontare la realtà e proteggere il futuro delle prossime generazioni. 
L’emozionante scultura è stata assemblata nel corso di varie settimane sotto la supervisione dello stesso Quinn. 
Ogni coppia di mani intende evidenziare valori come fede, amore e speranza ed è stata realizzata proprio pensando a Venezia, la città dei ponti che, in questo caso, sono interpretati come un messaggio di unità mondiale, che si contrappone a muri e barriere di ogni tipo.

JJ7_venezia_Palazzo Zaguri (Venice)

Dimore Storiche

Palazzo Zaguri: storia, arte e nobiltà tornano a splendere grazie a Venice Exhibition

Palazzo Zaguri ha secoli di eventi da raccontare: balli in maschera, ricevimenti e intrighi hanno contraddistinto la nobiltà e le diverse prestigiose famiglie veneziane che, nel tempo, hanno vissuto e animato l’elegante edificio di Campo San Maurizio. Le prime notizie del palazzo risalgono al 1353 quando era già stato, in parte, costruito. Nel XVIII secolo il pianterreno era animato da botteghe di caffè, spezierie e farmacie; a quei tempi lo stabile era passato definitivamente nelle mani della famiglia Zaguri, mecenati ed estimatori d’arte che accolsero e protessero Giacomo Casanova. All’inizio del 1900 fu sede di istituti scolastici e, in seguito, di uffici comunali. Alla fine, fu messo all’asta. Con la nuova gestione e il restauro conservativo a opera di Venice Exhibition il celebre palazzo veneziano è tornato a risplendere, a iniziare dalla meravigliosa facciata gotica, è diventato un nuovo polo espositivo permamente che, in questo periodo, è lo scenario della mostra “Autentic Human Bodies – Leonardo da Vinci” con veri reperti anatomici ispirati da disegni e studi anatomici del genio italiano.

I 4 Must di Venezia:

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Must-see

Museo della Musica, “Antonio Vivaldi e il suo tempo”

Può la musica essere il soggetto privilegiato di un’esposizione visiva? Sì, accade nella mostra di Artemio Versari, presso il Museo della musica, che conduce in un viaggio nella storia dei liuti, strumenti a corda provvisti di manico e cassa armonica. Difatti Venezia è stata anche un rinomato centro di produzione di liuti, grazie alla maestria di diverse botteghe o “scuole”, che hanno reso celebre la manifattura italiana in Europa tra ‘600 e ‘700. 


Chiesa San Maurizio, S. Marco 2603 
Ingresso libero 
Visite guidate su prenotazione (info online) 
Tutti i giorni dalle 10 alle 19

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Must-do

“La Pelle” di Luc Tuymans

Fino al 6 gennaio 2020 possiamo ammirare in esclusiva la prima mostra di arte contemporanea di Luc Tuymans (Mortsel, Belgio, 1958) proveniente da collezioni internazionali. Si tratta di oltre 80 opere realizzate dal 1986 a oggi, sui toni del grigio e dei tenui colori pastello, che narrano questioni del passato e della storia recente, soggetti provenienti dal mondo della stampa, della tv e del web. 

Palazzo Grassi, Campo San Samuele, San Marco 3231
Informazioni e prenotazioni: +39.041.2001057

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Must-have

Il vetro soffiato dei Venini

Autenticità, unicità, lusso e patrimonio culturale nella Fornace Venini. Questi termini ben descrivono le opere in vetro realizzate da Alessandro Mendini, architetto e designer di fama mondiale. Se anche voi pensate che un originale valga più di mille copie, allora Venini S.p.a. è il luogo perfetto per acquistare suppellettili in vetro soffiato come vasi, piatti, bicchieri e soprammobili vari. Gli oggetti comuni qui diventano opere d’arte. 

San Marco, 314 Piazzetta Leoncini, tel. 39 041 5224045

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Must-eat

Ristorante Al Theatro

Accanto al Teatro Vivaldi c’è un locale dalle linee moderne e essenziali, pronto a rapire il gusto e la vista del cliente. Non solo ristorante, ma anche bar dalla vetrina coloratissima e ricca di ghiottonerie: dalle pizzette alle brioche farcite, dai pasticcini ai biscotti golosi e molto altro.

Campo San Fantin 1916

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