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Ancora ‘freschi’ di Biennale e dopo aver girovagato nell’area prestigiosa di San Marco e Castello, riprendiamo il nostro percorso da uno dei luoghi più fotografati, più ammirati, e perché no, più calpestati al mondo: il suggestivo Ponte di Rialto. Questa magnifica opera risale addirittura alla seconda metà del XII secolo. Se lo si guarda dalla ‘Riva del Carbon’ può suggerire l’aspetto di un trompe l’œil oppure di una precaria scenografia allestita per ospitare una rappresentazione teatrale. Ma se si arriva in vaporetto e lo si osserva da sotto, sembra piuttosto di venire inghiottiti da un grande ventre grigio il cui enorme costato fa sembrare il nostro battello una minuscola barchetta che scivola inesorabilmente dentro le sue fauci. Niente è più suggestivo e maestoso dunque, eppure così vivibile e a portata di sguardo. Non è solo un ponte in effetti, ma una promenade la cui spina dorsale si articola in un susseguirsi ininterrotto di microscopici negozi che si affacciano verso il suo interno, ovvero il suo autentico cuore pulsante, nascosto alla vista se non lo si percorre a piedi. La sua architettura va compresa alla luce del contesto della zona in cui è stato creato, ovvero quello del famoso mercato e soprattutto dell’antica Zecca che qui aveva sede, ed è per questo che fu inizialmente denominato il ‘Ponte della Moneta’ ed i suoi negozi  creati proprio per coprire le sue alte spese di manutenzione. Originariamente in legno e poi definitivamente in pietra d’Istria su progetto di Antonio da Ponte (che ebbe la meglio per ben due volte rispetto alle proposte da Andrea Palladio), è davvero una visione di grande impatto e come tutte le cose eternamente belle, procura forti e contraddittorie emozioni. Il consiglio dunque è di emozionarsi liberamente e di scattare tutte le foto che si desidera, perché in questo luogo tale raccomandazione ha carattere di prescrizione assoluta. 

Percorriamolo dunque, tenendo presente che questo ponte lungo quasi 32 metri unisce San Marco ad uno dei quartieri forse meno noti della città, ovvero San Polo, che non è certo una zona da lasciarsi sfuggire! A tal proposito è interessante ricordare che simbolicamente i ‘sestieri’ veneziani sono rappresentati dai sei denti del ‘ferro’ della gondola, ovvero la decorazione di prua di questa caratteristica imbarcazione. Il dente posteriore del ferro stesso invece rappresenta l’Isola della Giudecca, la sua forma ad ‘S’ rispecchia il percorso sinuoso del Canal Grande ed il piccolo arco posto sopra l’ultimo dente del pettine ricorda la forma del Ponte di Rialto. Infine, la piccola voluta superiore indica il Bacino di San Marco. Ma addentriamoci ora nel caratteristico mercato di Rialto, una tappa obbligatoria che ancora riesce a stupire per le genuine note di folclore locale. Vale senz’altro la pena di assaggiare lo street food disponibile, non c’è che l’imbarazzo della scelta. In alternativa, l’area offre ristoranti ed osterie di tutti i tipi e per tutte le tasche.

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Andata e ritorno…

Palazzo Fortuny

Dopo aver deliziato occhi e palato, abbandoniamo la folcloristica sponda orientale e ritorniamo a Campo San Bartolomeo -sul lato da cui eravamo partiti- per raggiungere questa volta un museo davvero speciale, ma meglio sarebbe definirlo ‘dimora’, che affaccia su Campo San Beneto, una corte leggermente a latere rispetto ai percorsi più battuti. Qui si trova l’interessante Palazzo Fortuny: una vera e propria ‘installazione ambientale’, così appare questa ‘casa-museo’ al cui interno si dice abiti ancora il fantasma del suo antico proprietario! E man mano che lo sguardo si abitua, dopo aver attraversato frontiere di ombre e di luci, su per una stretta scala e poi ancora più in alto, dal piano ammezzato al piano nobile, tra velluti, specchi ed arazzi, la visione finalmente si impone nel segno della bella esposizione Primavera al Fortuny Una collezione italiana. Opere dalla collezione Merlini. 

Ma i segreti e gli aneddoti riguardanti questo affascinante palazzo veneziano non sono racchiudibili in una sola visita e vale quindi senz’altro la pena ritornarci in futuro! Oltre al fatto che in alcune sue zone non è possibile vedere tutto chiaramente perché la luce è volutamente tenuta bassa per motivi di conservazione. Attenti perciò a non rimanere accecati all’uscita, quando emergerete dalla sua fresca penombra e dovrete girare a destra verso Calle della Mandola e passando per Santo Stefano dirigervi finalmente verso il Ponte dell’Accademia.

 

Palazzo Fortuny – Sestiere di San Marco

Orario: 10.00 – 18.00

Ultimo ingresso ore 17.00

Chiuso martedì

Tra calli campi e scalini

Il Ponte dell’Accademia

Il Ponte dell’Accademia, è uno dei quattro su Canal Grande, insieme al Ponte di Rialto, il Ponte degli Scalzi ed il più recente Ponte della Costituzione. Ma anche un fondamentale punto nevralgico della città il quale subisce quest’anno lo strano scherzo del destino di diventare ‘opera provvisoria vincolata: era infatti il 1933 quando questo ponte ligneo venne realizzato provvisoriamente su progetto dell’ingegnere Eugenio Miozzi in attesa della costruzione di uno nuovo in pietra. 

Ai piedi del Ponte -che è ora interessato da importanti lavori di ristrutturazione- ci sono le ‘imprescindibili’ Gallerie dell’Accademia, alle quali dedicheremo uno speciale approfondimento nel prossimo numero di Jesolo Journal. Per il momento basti pensare che constano di 24 sale in cui è presentata la più importante collezione di pittura veneta dal Trecento al Settecento, della quale fanno parte capolavori assoluti quali La Tempesta di Giorgione e La Pietà di Tiziano, Il ciclo delle storie di Sant’Orsola di Carpaccio. Meglio arrivare ben documentati dunque!

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Venezia dall’alto

Scala Contarini del Bovolo

La Torre di Babele veneziana, lo ziggurat a chiocciola degli innamorati, ovvero la Scala Contarini del Bovolo: dopo esservi letteralmente ‘avvitati’ lungo i suoi scalini, sarete appagati dalla visione dei vicini tetti e dei campanili, così a poca distanza da poterli quasi toccare, il tutto finalmente pervaso da un corroborante silenzio. 

 

Scala Contarini del Bovolo

Sestiere di San Marco, in prossimità di campo Manin, affacciato sul rio di San Luca

Orari: 10.00 – 13.30 | 14.00 – 18.00

Chiuso lunedì

La chiesa del mese

Santa Maria dei Miracoli

Questa chiesa, altrimenti detta semplicemente ‘dei Miracoli’ è uno dei luoghi più speciali di Venezia, sia da un punto di vista storico-artistico, sia da un punto di vista ‘affettivo’, in quanto i veneziano la considerano un loro piccolo gioiello nascosto. Fu progettata, costruita tra il 1481 e il 1489 e decorata da un solo artista e dalla sua ‘bottega’, forse in una sola fase o al massimo in due fasi molto ravvicinate. È un capolavoro di architettura veneziana firmato da Pietro Lombardo, rivestita in marmo policromo a losanghe e quadrati. La facciata è ornata da rosoni e rimanda ad uno stile rinascimentale fiorentino, pur essendo perfettamente in linea con il vivo cromatismo di gusto veneziano. All’interno si trova un presbiterio rialzato, sontuosamente decorato e ricomposto ancora con marmo scolpito. Sull’altare è collocata l’opera che rappresenta il miracolo da cui la chiesa prende il suo nome: la Madonna col Bambino (XV secolo) di Zanino di Pietro. Leggenda vuole che la Vergine dell’immagine sia intervenuta con un miracolo per salvare la vita di una fanciulla in procinto di essere aggredita proprio nei pressi del dipinto.

 

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

Sestiere Cannareggio

Orari: 10.00 – 21.00

Ultimo ingresso ore 20.00

Venice Secrets a Palazzo Zaguri 

Il tema della giustizia all’epoca della Serenissima, i suoi terribili strumenti di morte, le tecniche di tortura utilizzate sui prigionieri dagli istituti governativi della Repubblica, passando per le cospirazioni, gli intrighi di palazzo, nonché le passioni sottese alle sentenze ed alle ingiuste condanne che venivano perpetrate su istanza del Senato veneziano per sedare ribellioni, congiure e sospetti di ogni genere. Sono queste le tematiche al centro della mostra Venice Secrets. Un’esposizione ‘totalizzante’ in cui l’approccio multidisciplinare -che spazia dalla storia, alla scenografia fino all’archivistica- ricostruisce in modo preciso l’atmosfera e le macabre dinamiche sottese al periodo più ‘buio’ della giustizia veneziana. Qui a Palazzo l’ambientazione è suggestiva ed il percorso si snoda e si svela ai piani in una sempre crescente giostra di fedeli rimandi, nel gioco dei pieni e dei vuoti che è offerto dalle luci e dalla struttura labirintica del luogo. 

Così il visitatore, come nelle infinite stanze dell’Albergo di Hilbert è introdotto a Palazzo Zaguri, all’interno del quale il percorso d’allestimento restituisce puntualmente le terribili implicazioni nascoste dietro celebri storie processuali lagunari con particolare riferimento a note vicende di congiura, tradimento e dannazione di personaggi veneziani o che hanno vissuto a Venezia. L’effetto è ‘immersivo’: voci, penombre ed oggetti di tortura il cui macabro utilizzo e significato vengono amplificati dallo spazio di Palazzo Zaguri, che si rivela perfetta “macchina panottica” nella quale l’effetto di partecipazione totale è garantito.

 

Palazzo Zaguri, Campo san Maurizio

Orario: 10.00 – 21.00

Ultimo ingresso alle 20.00

www.venicesecrets.net

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Redentore

Assolutamente da segnare in rosso sull’agenda la giornata di sabato 14 luglio: alle 19 si apre l’accesso al Ponte Votivo galleggiante (composto da moduli galleggianti appaiati tra loro per una lunghezza di circa 333 metri) che sorreggerà la passerella di collegamento tra le Zattere e il Redentore. Il momento della sua apertura è solenne e segna ufficialmente l’inizio della festa del Redentore: centinaia e centinaia di barche, di ogni dimensione, colore, forma e bandiera si riversano e gettano l’ancora nel Bacino di San Marco. E’ festa anche tutt’intorno: in ogni piccola calle, fondamenta o rio si attende il primo ‘botto’ che dà avvio allo spettacolo pirotecnico più sentito dell’anno. L’attesa si trascorre naturalmente mangiando e bevendo lungo le strade (con veri e propri servizi di catering di cucina veneziana) e naturalmente sulle barche stesse. E tutto questo già dal pomeriggio! Per i meno esperti, è consigliabile prenotare un tavolo in ristorante con vista sulla festa. Se avrete la fortuna di trovare un posto da cui si gode di una buona visuale vivrete una delle più straordinarie esperienze che la città lagunare ed i suoi abitanti possano offrire. Imperdibile! 

I 4 Must di Venezia:

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Must-see

Venice Art Night 2018

Sabato 23 giugno sono previste aperture straordinarie di archivi, fondazioni, gallerie d’arte. Le maggiori istituzioni cittadine aderiscono all’iniziativa proponendo, oltre all’apertura fuori orario di alcune loro sedi, anche alcuni eventi speciali, laboratori e mostre temporanee, readings, previsti dalle 17 alle 22, con ingresso gratuito. Il programma e le modalità di adesione specifiche sono disponibili sul sito dell’Università: www.unive.it

Must-do

Il Fondaco dei Tedeschi

Se shopping dev’essere, che shopping sia all’interno del Fondaco dei Tedeschi (dall’arabo funduq che significa albergo, magazzino) dove incise sul marmo dal 1200 ci sono le ‘serenissime regole’ imposte ai mercanti: ‘’Niente armi, niente giochi, niente prostitute. Per il resto liberi di commerciare’’. Quattro piani di mostre, fashion, food e per finire una terrazza con vista spettacolare. L’edificio è stato riprogettato dall’archistar Koolhaas, mentre il ristorante-bistrot ‘AMO’ che si trova nella corte centrale, è di proprietà dei ‘pluristellati’ fratelli Alajmo con progetto di restauro a firma Philippe Starck!

Must-have

Libreria Acqua Alta

Un libro usato che vi ricordi Venezia per tutta la vita! Sede di pubblicità, scene di films, e secondo alcuni anche tra le dieci librerie più belle al mondo, non può mancare una visita all’originale libreria “Acqua Alta” di Venezia. Luigi Frizzo è il proprietario o, più meritatamente, il conservatore di questo piccolo gioiello veneziano che sembra una vera e propria bottega galleggiante.

Volumi interi sono usati come mobili, antichi tomi di enciclopedie costituiscono i comuni ripiani e scalini. Al centro del negozio, una vecchia gondola stracolma di libri ed attorniata da oggetti eterogenei. A completare l’arredo e l’atmosfera non mancano remi, timoni, bussole ed altri utensili a tema nautico,  e per finire i gatti di casa, che oziano nei pressi della cosiddetta ‘porta d’acqua’ sul canale.

 

Must-eat

Suso Gelatoteca

Il gelato artigianale di qualità, da ingredienti naturali e senza coloranti artificiali. La coppetta è in cialda come il cono da Suso Gelatoteca.

Calle della Bissa, 5453 www.suso.gelatoteca.it @gelatotecasuso

 

Al Buso

Al Buso, pesce e piatti tipici veneziani si gustano sotto al Ponte di Rialto, a soli 4 scalini dal Canal Grande. Location unica, storica e romantica.

Fondamenta del Buso, 5338 www.albusovenice.com

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