1959 | Colonia C.R.I.

Fascino di un’epoca indimenticabile

di Giovanni Cagnassi

Dalle palafitte dei primi abitanti collegati alla futura Venezia, alla storia di Cavazuccherina e poi Jesolo, che nasce dalle ceneri dell’antica e romana Equilium, il passo verso il turismo non è stato breve. E se i primi ospiti della nascente località sono stati i facoltosi lombardi e trevigiani che hanno costruito stabilimenti e alberghi, c’è anche la chiesa che qui ha realizzato le storiche colonie, soggiorni destinati all’infanzia.

In principio, ad aprire questo capitolo storico, è stato l’istituto balneo elioterapico “Dux” nel 1927, poi istituto marino e infine ospedale di Jesolo. Inizialmente questi luoghi venivano utilizzati da ex combattenti reduci dalla Grande Guerra e da chi aveva bisogno di cure alle vie respiratorie, polmoni, anche alle ossa.

Negli anni ’50 sono invece le necessità dei bambini a divenire di prim’ordine nella società che sta crescendo e così nascono le prime strutture a scopo curativo, per combattere tisi e altre malattie. Ma anche per premettere alle famiglie meno abbienti di poter mandare i figli al mare, in vacanza. Ed è così che tra la fine della seconda guerra mondiale e gli anni ‘60 nascono le Colonie Marine di Jesolo, quasi tutte gestite dalla chiesa e gli istituti benefici.

Nella zona est del lido, da piazza Milano a piazza Torino, fioriscono le realtà storiche Stella Maris, Monte Berico, Maria Assunta, oppure, su iniziativa dei privati, imprenditori lungimiranti, come i Marzotto, nuove strutture quali l’omonimo Villaggio al lido che esiste ancora. Gaetano Marzotto lo ha realizzato nel 1949, in quella che si chiamava “Marina di Jesolo”, per accogliere i dipendenti delle aziende del gruppo industriale laniero e i loro bambini.

Le foto in bianco e nero, ormai sbiadite, ritraggono ancora migliaia di piccoli turisti che a Jesolo, da tutto il Triveneto, sono giunti a scoprire il mare per la prima volta. E ancora oggi, ormai anziani, lo ricordano con nostalgia. Storia di un passato ormai lontano, di un’infanzia spensierata e ingenua, senza telefonini e computer. Storie di grandi camerate e lunghi silenzi notturni, allietati dallo sciabordio del mare. Le colonie sono state ormai abbattute, soprattutto nell’area di via Levantina, vicino alla Croce Rossa, per lasciare spazio a moderne costruzioni di archistar che vi hanno realizzato residence e villaggi turistici.

Oggi ci sono i Grest delle parrocchie, che fanno sortite veloci sulla spiagge tra gli ombrelloni e i lettini dei turisti, oppure le iniziative di società private e camps sportivi per competizioni sull’arenile.

Anche questa è la conseguenza dei tempi moderni, dove non si dorme più nelle grandi camere stantie con i letti a castello. Ma il fascino di quelle realtà è ancora intatto nei ricordi di chi le ha vissute. Come un’onda con flusso e riflusso che non cancella un’impronta ancora indelebile nel cuore di tanti residenti.

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