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di Martina Priviero

 

Venezia è antica, ricca di storia, di luoghi magici e nascosti che portano i segni del passaggio di tante persone.
Come ogni posto arcaico, cela numerose leggende e possibili misteri: ogni campo, calle, ponte, o dietro ad ogni porta sono visibili le tracce di storie antiche narrate dalle generazioni, descritte in molti
libri e ben visibili sui muri. Di Venezia ne esiste più di una, non resta che perdersi in città e vivere un’autentica avventura.

A Torcello, piccola isola nella laguna Veneta, esiste un ponte senza parapetto chiamato Ponte del Diavolo, nome che trae origine da due diverse spiegazioni. La prima, più semplice e per nulla folcloristica, dice che Diavoli fosse il soprannome di una famiglia locale, mentre la seconda narra di una leggenda che ha per protagonisti una strega, un giovane austriaco, una ragazza e il diavolo in persona. Durante l’invasione austriaca una fanciulla veneziana si innamorò di un ufficiale dell’esercito. La loro unione non era ben vista dalla famiglia di lei che architettò di tutto perché la storia d’amore cessasse. Ella venne allontanata da Venezia fino a quando non ricevette la notizia della morte del suo amato e, presa dalla disperazione, desiderò solo morire, ma un amico di famiglia le consigliò di rivolgersi ad una strega di sua conoscenza. Le due si incontrarono e stipularono un patto col diavolo: le anime di sette bambini cristiani, deceduti prematuramente, in cambio dell’uomo. Sul ponte di Torcello la strega diede alla fanciulla una moneta d’oro e una candela accesa. Mentre ella lo attraversava, la megera invocò il demone che si manifestò, prese il danaro e fece poi apparire l’austriaco. La candela si spense e l’oscurità mostrò loro la via per la felicità. Era compito della fattucchiera portare le fanciullesche anime nella notte del 24 dicembre, per saldare così il debito. Ma, una volta rincasata, venne uccisa da un uomo che aveva visto tutto, mancando così all’appuntamento. Da quel giorno, durante la Vigilia di Natale, il diavolo si presenta sotto forma di un gatto nero per riscuotere il proprio pagamento. Se non credete a questa novella, raggiungete il suddetto ponte nella data indicata e traete così le vostre conclusioni. 

Travel Journal

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Museo di Torcello

Il Museo di Torcello racconta la storia di un’isola che sicuramente già dal I secolo d.C. era un punto di approdo e scambio commerciale tra il mare e l’entroterra. Luigi Torelli, ex Prefetto di Venezia, premette per la nascita di questo museo, in quanto desiderava salvare dalla dispersione il patrimonio artistico di Torcello e raccogliervi i reperti scovati nelle isole adiacenti e nella vicina terraferma.  

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Cattedrale di Santa Maria Assunta

La basilica di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico dell’isola di Torcello e antica cattedrale soppressa della medesima isola. All’interno vi è uno spettacolare mosaico in stile veneto-bizantino, raffigurante il Giudizio Universale, così come anche il mosaico del catino absidale raffigurante la Madonna Odigitria e i 12 apostoli. Sorge quasi isolata fra i resti dell’antica piazza isolana. 

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Il Campanile

Il campanile completamente restaurato nel prato della basilica di Santa Maria Assunta, si erge solitario e costituisce uno dei caratteristici punti di riferimento nella zona settentrionale della laguna. La vista dal suo apice è da mozzare il fiato, in quanto permette una visione a 360 gradi sulla laguna veneta che risulta la più estesa del mar Mediterraneo, e dal 1987 fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità. 

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 Trono di Attila

Leggenda vuole che fosse usato dal re degli Unni Attila, chiamato il flagello di Dio per la ferocia verso i nemici. Ma la storia insegna che gli Unni, essendo un popolo di steppa, non avrebbero mai raggiunto un’isola via mare. Tale seduta di pietra risalente al V secolo, veniva usata come seggio del magister militum durante le riunioni del consiglio e quando amministrava la giustizia. (Un selfie, seduti sopra, è d’obbligo.) 

Lo sapevi che… 

Svariati cacciatori di fantasmi sono convinti che l’isola di Poveglia sia abitata da strane presenze. Teoria confermata anche dai numerosi visitatori, rabbrividiti da ciò che hanno udito.

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