Francesco Moraglia – Patriarca di Venezia

Francesco Moraglia – Patriarca di Venezia

“Il momento giusto per sentirsi parte di un noi”

di Alessio Conforti

Solidarietà, senso di comunità e umiltà. Tre concetti chiave, al tempo d’oggi, per il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che abbiamo sentito a pochi giorni da Natale.

  • Patriarca Moraglia, è un 2021 che si chiude nel segno di una rinnovata speranza. Qual è, in questo senso, l’interpretazione che si sente di dare?

    Il periodo difficile che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo per le conseguenze della pandemia ci ha messo davanti la nostra debolezza e fragilità e, forse, ci ha tolto un certo senso di onnipotenza e la presunzione di poter far tutto, disporre di tutto e non avere limiti. E invece non è così, anzi… Inoltre dovremmo aver capito che, in quanto uomini, siamo tutti sulla stessa barca e ciò dovrebbe spingere a pensieri e stili di vita sempre più responsabili ed ispirati alla reciproca solidarietà. 

  • Giovanni Paolo I, il “Papa del Sorriso”, sarà beato. Un momento di gioia per tutti, a cominciare dal Patriarcato di Venezia. Che messaggio ci lascia?

    Quello espresso dal suo motto “Humilitas”. Come ha dimostrato in tutta la sua vita, l’umiltà e la mitezza – quando sono tratto autentico e genuino della persona – non sono mai segno di debolezza, paura o arrendevolezza di fronte alle sfide culturali e sociali (anche difficili e complicate, talora intrise di ideologia) del mondo. È la sapienza semplice e concreta, intrisa del Vangelo di Gesù e indice di un amore appassionato per il bene e la salvezza delle persone.

  • Un accenno al 2022 ormai alle porte: con quale spirito si affronta l’anno venturo?

    Spero che il nuovo anno consenta a ciascuno di poter realizzare al meglio aspirazioni, desideri e progetti, ripartendo da ciò che era rimasto nel cassetto in questo periodo così difficile. Ma esprimo anche l’auspicio che ognuno affronti il nuovo anno coltivando soprattutto l’antica (e sempre necessaria) virtù civica di curare ed assolvere bene – con rettitudine – al proprio specifico compito: in famiglia, nel lavoro e nella società.

  • Se dovesse citare un passo del Vangelo che più rappresenta i tempi moderni, quale sceglierebbe?

    Gesù che cammina sulle acque (Mt 14,22-33); il mio consiglio è di leggerlo bene, con cura e soffermandosi su ogni singolo versetto. È un episodio che può cambiarci la vita, in particolare, in questo tempo che non è un’epoca di cambiamenti ma, come dice il Papa, un “cambiamento d’epoca”.

  • Giovani, anziani e famiglie. Che augurio si sente di fare alla comunità?

    Guardare di più a Gesù nelle situazioni di ogni giorno e poi vivere la dimensione comunitaria, ossia sentirsi parte di un “noi” che va oltre la propria persona. Maria, invocata come Regina della famiglia, ci aiuterà certamente.

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