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Una vita tra cinema, tv e teatro

di Alessio Conforti

 

E’ una protagonista indiscussa dello spettacolo, presente da anni nei principali teatri italiani. Ma non solo. Fioretta Mari, nome d’arte di Fioretta Manetti, è volto noto anche come docente nel talent Amici di Maria De Filippi. Di recente si è esibita a Portogruaro con lo spettacolo “Nunsense – Le amiche di Maria” (Il musical delle suore!)”. L’abbiamo incontrata poco prima del suo ingresso al teatro Russolo.

Nel musical in cui recita le protagoniste sono le suore…

Potrebbe sembrare una cosa strana, ma così non è. Lo stesso spettacolo lo fanno anche Broadway da anni. Sono stata invitata anche a New York, per la prima volta nella storia. Interpreterò la protagonista parlando in italiano e loro mi risponderanno in americano. I ritmi sono gli stessi, così come le canzoni. Sarà molto interessante. 

Che rapporto ha con gli States?

L’America è molto importante per me, sono sette anni che collaboro con la  scuola “Strasberg”, dove hanno studiato Al Pacino, Robert De Niro e Marilyn Monroe. Ho l’orgoglio di essere amica di Anna Strasberg e della sorella: due donne eccezionali.

Le piace Jesolo?

Assolutamente, ci sono stata più volte anche per lavoro. Ci torno sempre volentieri.

Ha fatto cinema, televisione e teatro. In quale si esprime meglio?

Il teatro. E’ il mezzo più importante, non hai orpelli o sovrastrutture: sei tu. Non puoi ricorrere a niente, o sei o non sei. Infatti ho un motto…

Quale?

Se non sai recitare in teatro cerca di recitare bene nella vita: ti può servire.

Il cinema?

Ho fatto di recente un film con Paolo Ruffini, che uscirà a ottobre. E’ molto carino, mi sono molto divertita con dei compagni di lavoro straordinari.

La televisione invece?

Mi piace molto. So che sono stimata e amata dal pubblico italiano. Anche perché, per 10 anni, sono stata ad “Amici” con Maria De Filippi. Una trasmissione che ha creato un’epoca.

Come può definire quella esperienza?

Unica, meravigliosa. 

Cosa ci dice di Maria De Filippi?

E’ una donna come poche: grande cervello, grande intuito. La stimo come ho stimato poche donne nella mia vita. E posso dire che ne conosco tante, anche in gamba. Maria, però, è una punta di diamante.

C’è ancora voglia di teatro tra i giovani?

Certo! In una maniera incredibile. Un anno e mezzo fa, con Nancy Brilli e  la regia di Lina Wertmüller, ho terminato uno spettacolo a Salerno, “A che servono gli uomini”, che è stato un trionfo. Risate assicurate. Tanti sono stati i giovani che mi hanno espresso simpatia. 

Di cosa c’è bisogno in questo momento per il teatro?

Di positività e di rivedere gli artisti. Ma attenzione: il pubblico è troppo intelligente ed esigente. 

Un consiglio per gli addetti ai lavori?

Non portiamo in scena cose sbagliate. Artisti: state attenti e siate bravi!

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