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78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

di Rachele Callegari

Tradizione quasi secolare e momento atteso dai Veneziani e non solo, anche quest’anno, fra l’1 e l’11 settembre si terrà a Venezia la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, diretta da Alberto Barbera. Organizzata per la prima volta nel 1932, è il festival cinematografico più antico e uno dei più rinomati ancora oggi. Nasce dall’idea dell’allora presidente della Biennale Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini e di Luciano de Feo, che fu il primo direttore artistico e selezionatore dei film in concorso. La prima edizione si tenne presso la terrazza dell’Hotel Excelsior di Lido di Venezia, ma non fu competitiva, come invece accadde dalla seconda in poi. Nonostante non fosse una gara, vennero presentati film che sarebbero diventati classici della letteratura cinematografica, ad esempio “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” di Rouben Mamoulian, primo film proiettato in assoluto. 

Oggi, le categorie di gara per i film sono sei: Venezia 78, Fuori Concorso, Orizzonti, Orizzonti Extra, Venezia Classici e Venice VR Expanded. Tra queste, la sezione Orizzonti Extra è la novità 2021: si tratta di un ampliamento della sezione già dedicata alle nuove tendenze del cinema mondiale. La differenza è che presenterà meno vincoli in termini di formato e durata (purché i film superino i 60 minuti), ma anche di genere e destinazione; in più, i film di questa categoria saranno accompagnati da incontri con gli autori e con personalità della cultura. 

Oltre ai premi per i film in concorso, altri due importanti riconoscimenti consegnati ogni anno sono i Leoni d’oro alla Carriera: il primo dedicato ad un regista che, grazie ai suoi lavori, abbia significativamente influenzato lo sviluppo del cinema; il secondo dedicato invece ad un attore che abbia saputo interpretare al meglio le esigenze espressive dei registi con cui ha collaborato.

Alla scoperta di Venezia attraverso i nostri 5 sensi

JJ23_VISTA_ DIECI INVERNI
Vista

DIECI INVERNI
“Dieci inverni”, film del 2009, vede come protagonisti Silvestro e Camilla, due giovani che si conoscono per caso a bordo di un vaporetto a Venezia. Grazie ad uno sguardo, inizia per loro un’avventura lunga dieci anni, che li vede a volte vicini, altre lontanissimi. Il film infatti scorre con una doppia ambientazione: da un lato Mosca, dove Camilla è studentessa di slavistica e di teatro russo, dall’altro Venezia. Due poli opposti che rappresentano l’ambivalenza dei sentimenti dei due giovani, che passano dall’essere perdutamente innamorati, all’essere quasi nemici. Lo stesso regista, Valerio Mieli, ha definito la pellicola come un film “anti-colpo di fulmine”, quasi a voler dire che quello sguardo scambiatosi a Venezia è stato fatale per l’amore dei due.

JJ23_Udito_ ANONIMO VENEZIANO
Udito

ANONIMO VENEZIANO
Film del 1970, “Anonimo Veneziano” ha come protagonista Enrico, un oboista del teatro La Fenice, che scopre di essere malato di un tumore incurabile. Decide allora di invitare a Venezia la moglie da cui è separato da anni, la quale, seppur con ritrosia, alla fine accetta. Il cuore del film racconta la lunga giornata che i due trascorrono insieme, passeggiando per una Venezia insolitamente tacita e decadente e scoprendo, dolorosamente, di amarsi ancora. Alla fine del film, che coincide con la fine della giornata, il protagonista, consapevole che non rivedrà mai più la moglie, dirige un’orchestra di studenti in un concerto di un anonimo autore veneziano: concerto che diventa così la colonna sonora del finale.

JJ23_Gusto_ PANE E TULIPANI
Gusto

PANE E TULIPANI
Ambientato in una Venezia dei nostri giorni, “Pane e Tulipani” racconta la storia di Rosalba, una casalinga pescarese con un marito infedele, che per un’incredibile serie di eventi arriva inaspettatamente a Venezia. Qui conosce Fernando, un cameriere islandese dall’italiano quasi enciclopedico, che la ospita a casa sua e che si innamora di lei, come le rivelerà solo alla fine della pellicola. Nel frattempo il marito, infastidito dall’assenza di Rosalba, manda la sua amante a Venezia per convincere la moglie a tornare a casa, pur con un falso pretesto. Il titolo del film deriva dal fatto che ogni mattina Fernando lascia a Rosalba la colazione, fra cui un piatto con una grande fetta di pane; mentre lei ogni sera gli porta in dono un mazzo di fiori.

JJ23_OLFATTO_ IL FORNARETTO DI VENEZIA
Olfatto

IL FORNARETTO DI VENEZIA
Film del 1939, “Il fornaretto di Venezia” trae ispirazione da una leggenda popolare della città. Protagonista è Piero Tasca, figlio del fornaio di Venezia, accusato ingiustamente dell’omicidio del nobile Alvise Duodo. Una mattina, durante la consegna del pane, il giovane trova il cadavere del nobile riverso per strada: da quel momento inizieranno per lui una serie di sventure che lo porteranno alla condanna definitiva. Infatti, la folla radunatasi attorno al corpo del conte, attirata dal profumo del pane appena sfornato, indicherà il giovane come unico colpevole e la verità emergerà solo dopo la sua esecuzione. La vicenda è stata più volte analizzata per capire se fosse un fatto realmente accaduto, ma ad oggi non ci sono conferme storiche.

JJ23_TATTO_ EYES WIDE SHUT
Tatto

EYES WIDE SHUT
Ultimo capolavoro di Stanley Kubrik, ambientato a New York, “Eyes Wide Shut” venne presentato come film d’apertura alle 56° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 1999. Pur non essendo ambientato nella città lagunare, presenta tuttavia un legame nascosto con essa: infatti, le maschere utilizzate dal protagonista durante la festa che è il culmine del film, sono state realizzate dall’Atelier Kartaruga di Venezia. Il produttore Jan Harlan le scelse su consiglio del costumista del film, che ne aveva potute ammirare di simili a Camden Town a Londra, in un negozio appunto rifornito dall’atelier veneziano. Inoltre, è stato realizzato un documentario (Le maschere di Eyes Wide Shut) che racconta la storia delle maschere del film. 

Lo sapevi che… 

Il leone di San Marco ha diverse rappresentazioni: con il libro aperto simboleggiava la sovranità di Venezia, con il libro chiuso e la spada indicava un periodo bellico.

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