

di Giovanni Cagnassi
La spiaggia come oggi la conosciamo ha una storia molto affascinante che inizia da lontano, per la precisione 103 anni fa. Era il 25 maggio 1922 quando la società Dune donò una larga fetta di arenile, 32 mila metri quadrati, al sindaco di allora, Giovanni Pasqual. L’antesignana della Jesolo Turismo vede estendersi i 12 chilometri di arenile gestiti dai consorzi a quel tempo “in fieri”. In spiaggia, atmosfere anni ’20: cabine in legno per cambiarsi e indossare i costumi da bagno su corpi catafratti come da armature colorate, per non svelare lembi di carne al sole. Tende tese davanti alle sdraio si alternavano agli ombrelloni per difendersi dal solleone. La spiaggia non era ancora luogo di mondanità e svago, quanto una vasto stabilimento elioterapico in cui godere dei benefici del sole. Bambini che giocano, anziani che fanno le sabbiature o si rilassano seduti indossando grandi cappelli a tesa larga, costumi a strisce o dai colori pastello. Figure lontane e sbiadite che ci riportano agli scorci di Thomas Mann in Morte a Venezia. Nel 1966, anno dell’alluvione, si eseguirà il primo vero intervento di protezione del litorale dall’erosione, mentre nel 2000 sarà la volta del ripascimento. Oggi la spiaggia, rispetto ad allora, è molto cambiata. Ma la mattina presto e al tramonto torna se stessa: spettacolo di natura e placidità senza tempo.
Pubblicato da: Redazione il 20/06/2025