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“Dopo la carriera da magistrato? Libri, editoriali e conferenze sulla giustizia”

di Alessio Conforti

Dalle Brigate Rosse a Tangentopoli, dai sequestri degli anni ’90 all’inchiesta sul Mose di Venezia. Carlo Nordio è stato un magistrato che ha preso parte ad alcune delle indagini più importanti degli ultimi 30 anni, talune entrate di diritto nella storia del nostro Paese. In pensione dal 2017, oggi scrive libri, collabora con i quotidiani e rappresenta una voce ambita a tavole rotonde e conferenze sul tema della giustizia. Il suo nome, lo scorso febbraio, venne proposto tra i candidati del centrodestra al Quirinale. Lo abbiamo incontrato pochi giorni fa a Portogruaro, prima della presentazione del suo ultimo libro, “Giustizia. Ultimo atto. Da Tangentopoli al crollo della magistratura”.

 

  • Dottor Nordio, come mai questo libro e che lettura se ne può dare?
    Una lettura negativa, nel senso che la lotta alla corruzione continua come prima. La magistratura, 30 anni fa, era all’apice del consenso. Oggi dopo gli scandali degli ultimi tempi è crollata di popolarità. 
  • Questo perché?
    Un po’ per la colpa della giustizia lenta, percepita anche dai cittadini. Molto, dopo quanto emerso sul caso Palamara, anche per lo stesso organo di autogoverno. Tuttavia, nella sua stragrande maggioranza, la magistratura è formata da professionisti che lavorano senza interessi diversi da quelli dell’amministrazione della giustizia. 
  • La sua è stata una lunga carriera. Ha indagato sulle Brigate Rosse, su Tangentopoli ed è stato titolare dell’inchiesta sul Mose. Che cosa resta a distanza di questi anni?
    Sono inchieste che si sono risolte con risultati positivi. La mia prima, più di 40 anni fa, sulle Brigate Rosse, è stata una vittoria dello Stato nei confronti del terrorismo. L’ultima, con il Mose, è stata un’indagine che ha visto quasi tutti gli imputati condannati e anche una gran parte di somme restituite e recuperate. Così come è avvenuto per molte altre inchieste, non condotte da me, che si sono risolte facendo giustizia.
  • Veniamo ai giorni nostri. Riforma Cartabia su Csm e giustizia: cosa ne pensa?
    Agli inizi sembrava avviata in maniera positiva, poi si è arenata perché con questo Parlamento è impossibile fare riforme strutturali in senso garantista. Per quanta buona volontà possa avere il Ministro, le riforme alla fine si fanno in Aula. 
  • Che effetto le ha fatto vedere il suo nome tra i candidati alla Presidenza della Repubblica?
    Una grande sorpresa, sicuramente molto gradita, anche se puramente di bandiera. Non ho mai fatto e mai farò politica attiva. Sono stato indicato da una coalizione e questo mi ha molto onorato.
  • Cosa fa oggi Carlo Nordio?
    La carriera ormai è terminata da qualche anno. Ma non mi annoio. Come vede mi piace scrivere editoriali sui giornali e libri. Ma anche partecipare a conferenze, perchè c’è una certa sete di sapere su questo mondo, un po’ misterioso, che è la giustizia. 
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