Intervista ad Alessandro Preziosi
“La mia casa è il mare”
di Martina Priviero
Alessandro Preziosi ci ha concesso un po’ del suo tempo per una chiacchierata qualche ora prima di entrare in scena, questa sera, al teatro Vivaldi con lo spettacolo “Otello, dalla parte di Cassio”
- Ciao Alessandro, come mai hai scelto Jesolo come tappa del tuo tour teatrale?
Beh, la tradizione teatrale veneta, alla quale sono molto legato, è assai importante. Oramai sono 15 anni che calco i teatri di Mestre, Padova, Verona, Thiene, Vicenza…mancava quello di Jesolo. - Non tutti sono a conoscenza che, alla Laurea conseguita a pieni voti in Giurisprudenza, hai preferito il palcoscenico, puoi spiegarci il motivo di una scelta così radicale?
Confesso che non avevo voglio di fare niente (risata)…e quindi fare l’attore mi sembrava la soluzione migliore per la mia pigrizia…. No no, scherzo… Il passaggio da un’esperienza di vita parentale legata sicuramente ad una tradizione di famiglia aveva bisogno, per il mio carattere e per ciò che poteva essere la proiezione di un sogno, quello di cambiare strada, di creare una scia che non avesse davanti una barca che ostacolasse le mie pulsioni… Diciamo che è stato più un vezzo, che poi è diventato un vizio, ed oggi è una passione. - Andrea, il protagonista di Vaniglia e Cioccolato tratto dal romanzo di Sveva Casati Modignani, è un traditore, mentre Cassio nell’Otello è inconsapevolmente tradito, qual è il tuo rapporto con la fiducia?
Mah, la fiducia credo sia un qualcosa che due persone tengono in piedi. È una corda che viene tesa da ambo i lati e quindi, se si tiene in piedi, la fiducia è reciproca… Comunque dipende molto dalle situazioni nelle quali ci si trova. Non paragonerei Andrea del mio primo film a Cassio, anche perché Cassio è sicuramente un personaggio che porta all’attenzione tanti temi che sono legati alla calunnia, all’essere diffamati, all’avere attaccata addosso un’etichetta che non corrisponde alla realtà dei fatti, e che poi si fa tantissima fatica a togliersi di dosso. Il tradimento di cui si parla è un tradimento di grandissima attualità e di grandissimo interesse. - La tua carriera è caratterizzata da numerosi successi, a quale senti di essere più legato?
Diciamo che è stata una fortunatissima escalation di lavori e nessun successo è isolato dall’altro. Personalmente credo che tutti abbiano in qualche modo, al di là del riconoscimento pubblico, avuto un importantissimo passaggio anche nelle cose che possono essermi piaciute di meno. - Ti abbiamo visto in televisione, a teatro, al cinema, davanti e dietro la cinepresa con “La legge del terremoto” documentario uscito il 15 novembre 2021, dopo tre anni di lavorazione. Dov’è che ti sei sentito più libero di esprimerti?
Sicuramente il teatro è il luogo dove mi sento più a mio agio, anche perché c’è un inizio, uno sviluppo e una fine, che mi permettono di lavorare in grande scioltezza. - La vera bellezza per te nasce dai pensieri, qual è il tuo pensiero più ricorrente?
Senza ombra di dubbio è il mare… - Il tuo mestiere ti porta continuamente in giro per il mondo, ergo se pensi alla parola casa, dove la collochi?
Sempre al mare… Il mare è il luogo più interessante dove l’uomo può perdersi, calcolare rotte, navigare a vista e cogliere il sapore dell’acqua salata. - Mentre suoni il pianoforte, la tua mente dove ti trasporta?
Il pianoforte mi porta in una dimensione strettamente intima, che non riesco né a ricostruire né a isolare. È talmente introspettiva e misteriosa proprio come le melodie, che escono senza seguire alcun spartito. - Cosa senti di non aver ancora realizzato nella tua vita?
In questo momento non mi sovviene nessun altro obiettivo da raggiungere, se non perseguire con passione quelli che già hanno visto la luce.