di Martina B. Tagliapietra

Venezia è antichissima e con la sua storia millenaria ha affascinato tutto il mondo. La sua narrazione manifesta, limpida e autoctona si intreccia però a misteri, leggende e racconti nascosti. 

Tra il XV e il XVI secolo Venezia è una città di stranieri, per strada si parlano le lingue più svariate e -salvo per nobili e cittadini- nei centri dell’isola si vedono soprattutto forestieri. Armeni, tedeschi, greci, turchi e primi fra tutti gli ebrei. Una storia che, come l’acqua dei suoi canali, scivola adiacente a quella veneziana ma che a volte rimane impigliata in qualche toponimo tra calli e campielli, immagini o racconti. 

Per gli ebrei il caso è diverso: la loro è una storia nella storia. 

Nel 1516 sul sestiere di Castello sorge il “serraglio dei giudei”, un luogo dove dovevano vivere gli ebrei con il divieto di uscire durante la notte; l’area scelta è come un castello che consente di fare ponti levatori e chiudere le mura. Il ghetto diventa così un’isola dentro l’isola che conduce una vita a sé. Si affolla di persone e nascono nuovi mestieri: è la comunità della berretta gialla. Sbocciano amori proibiti tra cristiani ed ebrei e piombano condanne. Così emerge la loro egemonia economica sulla città e William Shakespeare scolpisce con la sua penna il personaggio di Shylock, l’ebreo del Mercante di Venezia che passa alla storia. 

Quella del ghetto è una Venezia che vive nascosta, sovraffollata e circoscritta; la storia degli ebrei a Venezia è una storia di sguardi biechi e timidi, di soffitti bassi e schiene piegate. Gli ebrei si nascondono all’interno del loro sestiere e lo stesso accade per le sinagoghe, nel campo del ghetto non se ne vedono, volutamente. 

Eppure di sinagoghe ce ne sono ben tre e si riconoscono da alcuni piccoli indizi: la Tedesca ha cinque grandi finestre ad arco, l’Italiana si individua grazie ad un timpano triangolare, mentre un casottino di legno sovrastato da un lucernario indica la Canton. 

Non c’è Venezia più celata di questa, nessuna più emarginata, nessuna tanto ben conservata nei suoi segreti. 

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Arsenale

L’Arsenale, situato nell’estremità orientale di Venezia, è l’antico complesso di cantieri navali e officine che costituisce una parte molto estesa della città. Costruito a partire dal XII secolo, ad oggi una parte del complesso è utilizzata dalla Biennale di Venezia per le sue esposizioni d’arte contemporanea.

Libreria Acqua Alta

Considerata una delle più belle librerie al mondo, la libreria Acqua Alta di Venezia è una vera e propria chicca dell’isola. Si trova in calle lunga Santa Maria Formosa, poco distante da Campo Santi Giovanni e Paolo ed è affacciata sui canali con una scala fatta di libri.

Sant’Elena

Il quartiere di Venezia che trae il nome dall’omonima chiesa si trova nell’estremità orientale dell’isola. L’urbanizzazione è di origine recente e comprende nella sua area lo stadio Pierluigi Penzo, il parco delle Rimembranze, due darsene e la scuola navale militare Francesco Morosini. 

Giardini della Biennale

I giardini della Biennale, o giardini Napoleonici, sono lo spazio verde pubblico più esteso di Venezia e si trovano nel sestiere di Castello. Costituiscono la sede dell’esposizione internazionale d’arte a Venezia organizzata proprio qui per padiglioni.

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Pubblicato da: Redazione il 06/09/2023

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