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di Manuel Pavanello

Tutti noi amiamo festeggiare le ricorrenze perché sono momenti di svago tra le varie difficoltà della vita. Quest’anno ricorrono i 90 anni esatti del nome e dello stemma comunale jesolano e, per questa occasione, impareremo a conoscerlo meglio.

L’elemento centrale è lo scudo azzurro (colore della fermezza) che contiene un drago rosso (colore nobiliare) avente testa equina, dorso dinosaurico, postura da cavalluccio marino e coda a freccia. Tutti abbiamo sentito menzionare almeno una volta Piazza Drago oppure valle Dragojesolo…ma cosa ci lega a questo animale fantastico?

Valle Drago Jesolo è un’area naturale di quasi 1200 ettari trasformata dalla Serenissima Repubblica di Venezia in una valle di caccia e pesca per i nobili e i ricchi attraverso un sistema di chiuse. Nel dialetto veneto “cacciare” si dice trar e da qui deriva il nome -documentato- “Valle del Traco Jexolo”. Da Traco Jexolo a “Drago Jesolo” il passo è breve.

È fondamentale evidenziare che il drago ha testa equina. L’antico nome cittadino era Equilium, derivante dal venetico ekvo e dal latino equus, cioè “cavallo”, anche se non è certo se nel nostro territorio si allevassero equini oppure fosse “solo” un punto di passaggio dei medesimi per il commercio.

Il dorso ricorda quello di un dinosauro e simboleggia il periodo di sostanziale decadenza della nostra località dal Basso Medioevo contrapposto al riscatto definitivo nei primi decenni del XX secolo, quando Jesolo è diventato un luogo adatto alle cure elioterapiche e alla balneazione. La fisionomia di cavalluccio marino indica proprio questo.

Le ali da pipistrello in araldica rappresentano aiuto e sicurezza reciproca poichè questi animaletti si aiutano vicendevolmente se disturbati. Inoltre, pare che il loro volo attorno alla casa scongiurasse i malefici. Infine, la coda culminante con una freccia direzionale è simbolo di capacità offensiva e di movimento verso un obiettivo. Il drago è sormontato da una corona “muraria” o “turrita” dorata, perchè già nel Medioevo il nostro Comune aveva il titolo di “Città” e ciò la distingueva rispetto ai semplici villaggi rurali.

Completano il tutto una fronda di alloro (simbolo di nobiltà) e una di quercia (simbolo di fortezza e volitività) annodate con un fiocco tricolore italiano nella parte inferiore.

Accanto al blasone ufficiale, nel corso del tempo si sono affiancati altri loghi che rispecchiano altri momenti dello sviluppo comunitario. Infatti, negli anni ’50, Jesolo era una località turistica in pieno fermento economico e urbanistico. In questa compagine si preferì un logo raffigurante il salvagente con testa di papero, a sottolineare il servizio di salvamento attivo lungo il litorale per garantire la sicurezza dei bagnanti in stile family-friendly. Dal 2014, la nostra città è identificata anche da un logo più moderno costituito da una “i” quattrocentesca maiuscola (uguale all’omografa inglese “J”) seguita da un punto fermo: si tratta della figura stilizzata di una persona che si tuffa.

Sono passati e passeranno decenni, cambieranno le persone e pure l’assetto urbano ma ciò che rimarrà sempre immutabile è il legame indissolubile tra Jesolo e il mare.

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