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Podversic, quando il vino è arte

di Francesco Macaluso

 

Abbiamo incontrato il produttore vitivinicolo goriziano Damijan Podversic come protagonista della prima edizione di “A cena col Produttore”, rassegna enologica, culinaria ed artistica, organizzata dal borgo open air “Luxury Camp”, sull’idea del titolare Mattia Ferro. “Mi considero comunque un contadino”, è stato l’esordio provocatorio di Damijan Podversic, descrivendo la sua dedizione di una vita  per raggiungere lo standard qualitativo delle uve dei suoi vigneti coltivati sul versante meridionale del monte Calvario. Il patron della nota cantina giuliana di vini bianchi apprezzati da tutti i ristoranti stellati, come il famoso Ribolla Gialla, ma anche Nekaj, Kaplija, Malvasia, ha presentato vini dell’annata 2018 con la sola eccezione della Ribolla Gialla Riserva 2010. “Nelle nostre campagne al confine con la Slovenia” ha puntualizzato Podversic “non ha senso fare programmazione industriale, vale solo il vino concepito come una poesia in 365 giorni annui di impegno costante: dalla preparazione dei terreni alla vendemmia”. “Sono una persona molto fortunata, perché ho realizzato il sogno della mia infanzia: volevo fare un grande vino da quando avevo 12 anni” ha poi confessato durante la serata “quella della nostra famiglia è una storia di attese per poter fare ciò per cui abbiamo passione: mio padre attese oltre 20 anni da oste per tornare contadino, io attesi l’infanzia e l’adolescenza per diventare viticoltore, e ora mia figlia Tamara prenderà le redini aziendali dal 2026”. “Anche se oggi vanno di moda” ha concluso parlando di vini biologici, biodinamici e naturali “in realtà non esistono vini totalmente naturali, perché è il processo di lavorazione del vino ad essere artificiale. La tecnica vitivinicola si perfeziona da 8000 anni mirando ad alleviare i difetti di acidità al palato con l’anidride solforosa”. 

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