Intervista a Fabio Troiano e Claudio “Greg” Gregori

“Insieme in una commedia che va vista in apnea”

di Alessio Conforti

Fabio Troiano e Claudio (Greg) Gregori sono i protagonisti dello spettacolo teatrale “Gli Insospettabili”. Li abbiamo avvicinati nel teatro Russolo di Portogruaro, in una delle tappe che li sta portando in giro per l’Italia.

Come definireste questo spettacolo?

T: Una commedia thriller che va vista in apnea. Ogni volta c’è un colpo di scena diverso, non c’è un attimo di riposo.

G: Perfido, intrigante e spiazzante.

Una qualità che definisca l’altro?

T: Greg è umanamente strepitoso. Professionalmente è un vulcano! Io lo conoscevo già e l’idea di lavorare con lui è molto stimolante.

G: Fabio come attore è molto duttile. Come persona è deliziosa: ha un grande senso dell’umorismo, che magari non fa trasparire di primo acchito. Siamo molto in sintonia.

Avere in comune l’apparente amore per la stessa donna è l’argomento al centro della vicenda. Cosa emerge maggiormente?

T: Alla fine ciò che emerge dallo spettacolo è che la donna contesa è un pretesto. I due personaggi sono molto concentrati su loro stessi.

G: La difficoltà principale e allo stesso tempo la cosa interessante sono i continui cambi di registro all’interno della storia. All’inizio il mio personaggio è sicuro di sè e parte già vittorioso. Sicuro dell’obiettivo che perseguirà. Poi comincia a crollare.

Quali messaggi vengono lanciati?

T: Nonostante sia una commedia scritta negli anni ‘70, è comunque attuale perché si parla della brutalità del narcisismo che porta a conseguenze tragiche.

G: Fa emergere la natura dell’egoismo. Poi c’è la lotta di classe e le discrepanze che ci sono nelle persone, in un’epoca dove questo sentimento si sta aggravando. Oggi si pensa molto all’apparenza e poco alla sostanza.

Eravate mai stati in Veneto?

T: Assolutamente sì.

G: Si, una ventina di anni fa con uno spettacolo assieme a Lillo. Ma anche a Jesolo!.

Veniamo alla vostra vita professionale. Da attore è meglio il cinema o il teatro?

T: Le gratificazioni che ti dà il teatro non te le dà nessuno. Il cinema e la tv ti danno la popolarità che ti permette di fare teatro in un certo modo. E’ paradossale ma è così.

G: Fare l’attore al cinema non è gratificante perché sono tutte cose spezzettate. Nel teatro prepari il personaggio per un mese, poi per 90 minuti reciti con il pubblico davanti. E’ un’esperienza corroborante.

Da dove nasce la rispettiva passione per la recitazione?

T: Sin da piccolo. E’ una cosa che mi è sempre balenata nella testa. Non pensavo però diventasse il mio vero mestiere.

G: Nasce quasi casualmente. Ho avuto la possibilità di andare a teatro vedendo dei mostri sacri della mia epoca come Paolo Stoppa, Tino Buazzelli, Arnoldo Foà e Vittorio Gassman. Prima avevo iniziato a suonare, essendo un amante della musica, e a disegnare fumetti. Poi è partita l’esperienza teatrale.

Cosa avete chiesto a Babbo Natale?

T: Che si ritorni in maniera più massiccia al cinema!

G: Che si ritorni maggiormente ad ascoltare musica bella, quella suonata dalle band rock.

 

Foto: Claudia Pajewski

Senza titolo-1

Pubblicato da: Redazione il 28/11/2024

TOP

>> Sfoglia l’ultimo numero!

Clicca sulla copertina
e scopri tutto ciò che c’è di bello
a Jesolo e nelle vicinanze.