
Intervista a Enea d’Auria e Riccardo Garbin
“Il nostro viaggio in Mongolia con la Punto del 1995”
di Alessio Conforti
Hanno sfidato tempo, clima e distanze. Con l’obiettivo di portare a termine un viaggio diverso dal solito: quello di raggiungere, da Jesolo, la capitale della Mongolia a bordo di una Punto del 1995. Enea d’Auria e Riccardo Garbin, quest’estate, ce l’hanno fatta. Partenza il 4 luglio e arrivo il 30 settembre.
Com’è nata l’idea di questo viaggio?
Dal bisogno di vita e di vivere una vera avventura. Era un periodo dove avevamo voglia di qualcosa di diverso: abbiamo iniziato a parlare del Mongol Rally e della possibilità di fare un viaggio in auto verso mete, culture e religioni che non avevamo mai visto. Da lì abbiamo scelto come meta la Mongolia, precisamente Ulan Batar con l’idea di ripercorrere la Via della seta.
Quali sono stati i momenti più duri durante l’itinerario?
Il caldo in primis e poi la difficoltà a relazionarsi con culture differenti. Alcuni giorni in Afghanistan sono stati sicuramente duri a causa principalmente delle strade, perché asfaltate e con una viabilità lenta e difficoltosa.
Da un punto di vista meccanico come siete riusciti a gestire una Punto del 1995?
L’auto è partita con il motore nuovo e con alcune piccole modifiche all’assetto e al radiatore. È stato sufficiente trattarla bene durante tutto il tragitto e fare gli opportuni tagliandi al momento giusto. Ci sono stati piccoli problemini tutti risolti in breve tempo. Tra questi un supporto motore in Afghanistan (smontato e saldato in pochissimo tempo) e un guasto all’alternatore che siamo riusciti a farci sistemare in Tajikistan.
C’è stato un momento in cui vi siete detti: chi ce l’ha fatta fare?
Ci sono stati. E più ce n’erano e più eravamo motivati ad andare avanti. A un certo punto stavamo per mollare e volevamo finire il viaggio ad Almaty, in Kazakistan, saltando cosi la Mongolia. Ma alla fine ci siamo fatti forza.
Quale zona vi ha colpito di più in termini paesaggistici?
Sicuramente l’Iran, ha dei paesaggi incredibili: va dal deserto, alle montagne, fino al mare. Poi le zone dell’altopiano del Pamir a 4000 metri. Abbiamo visto zone stupende anche in Kazakistan, in Kyrgyzstan, in Mongolia e anche in Siberia.
Quale popolazione è stata maggiormente ospitale?
L’Iran. Erano tutti estremamente curiosi.
Raccontateci le emozioni all’arrivo in Mongolia…
Siamo arrivati ad Ulan Batar un venerdì sera. Ci abbiamo messo 4 ore per fare 15km. Ci siamo goduti di più i giorni successivi e la giornata in cui siamo ripartiti e siamo andati alla statua equestre di Gengis Khan, al momento la più alta del mondo.
Il ritorno dalla Russia: com’è stato?
Molto veloce. Abbiamo percorso tutta la Russia da Ulan Udè fino a Mosca, correndo parallelamente alla ferrovia “transiberiana”: il primo vero collegamento ferroviario tra Europa e Asia. Un’alternanza di boschi e steppe percorsi da un’unica strada a due corsie dove il 90% dei mezzi erano tir.
Arrivati a Jesolo la domanda che si fanno tutti è: a quando il prossimo viaggio?
C’è tempo per pensarci e per organizzarci, sicuramente ora ci piacerebbe riuscire a dare seguito al nostro viaggio raccontandolo il meglio possibile e provando a mostrare quelle che sono state le sensazioni e le situazioni vissute. Per il prossimo viaggio… ci penseremo!
Pubblicato da: Redazione il 02/12/2024