JJ3_1scoperte incantevoli_jesolo_spiaggia_neve_mare d'inverno

Tra suoni, colori, luci e ombre di un mondo diverso da quello estivo

Lo si può ammirare calmo, rilassato e splendente, anche quando fuori la temperatura raggiunge lo zero termico. Ma al contempo può mostrarsi irrequieto, burrascoso e irascibile. A volte riesce persino a far paura, perch  sembra non temere nulla. Il mare d’inverno è uno dei luoghi più incantevoli del nostro territorio, una calamita affascinante e imperdibile.

Dalla Pineta al Faro, viene apprezzato ogni anno da tantissimi pendolari che raggiungono la città balneare. Solo per qualche ora e magari allo spuntare di qualche timido raggio di sole. Ma anche quando il tempo non è clemente, per coglierne le innumerevoli sfaccettature e magari immortalare tutto in un flash. Uno scatto senza tempo, se ci si pensa bene. Ma che custodisce al suo interno immagini da mostrare a nipoti e pronipoti. La nostra fortuna è qui.

Grazie alla conformazione geografica della spiaggia e della sua lunga passeggiata, tra Sile e Piave, è possibile camminare in lungo e in largo sull’arenile godendo di una vista mozzafiato, resa ancora più spettacolare dalla lunghissima distesa di sabbia che porta all’acqua. Un superficie che d’estate è caratterizzata da ombrelloni colorati e sgargianti, ma che d’inverno regala attimi diversi. Gli uni dagli altri, a seconda della giornata. Chi vive a Jesolo capisce bene che la magia sta proprio qui. Passare, in pochi mesi, da un luogo caldo e affollato a un posto estremamente rilassante e silenzioso. Quasi due mondi separati, diversi tra loro, che poi tornano ad rincontrarsi e abbracciarsi. L’unico rumore che ci accompagna è quello del passaggio dei gabbiani e dell’infrangersi delle onde sulla battigia. Sembra quasi di rivivere qualche passo della canzone di Loredana Bert , “Il Mare d’Inverno”, solo che alla musica possiamo associare la realtà di un incantesimo davanti ai nostri occhi. E quando c’è vento (che sia bora, scirocco, maestrale, tramontana o garbìn) il trasporto, quello vero, è assicurato. Il suo stato d’animo sembra influenzarci, quasi senza rendercene conto. E non riusciamo a resistervi. A lui confidiamo segreti, gioie e debolezze. Succede quando c’è il sole, la nebbia e anche la neve.

Ecco: in quest’ultimo caso lo spettacolo non teme competizioni. Una distesa bianca che si spezza solo con il colore dell’acqua,  creando con il mare un contrasto mozzafiato. Quando l’atmosfera è questa, il navigatore ci porta dritti là, quasi senza volerlo. Ci si arriva in un attimo, ma non si riesce a tornare indietro facilmente. Le allegorie si moltiplicano, il binomio è sicuramente da copyright. Con la foschia, che dalle nostre parti è molto frequente, l’orientamento va in difficoltà e a guidarci c’è solo il suo rumore, anzi la sua poesia. Un suono speciale da cogliere, un luogo incantevole da custodire. Proprio come diceva il grande Giovanni Verga in un classico intramontabile come I Malavoglia. “Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole ”.

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