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Ospite d’onore a “Viva l’Italia”, l’evento organizzato dal Comitato di piazza Milano che si è tenuto il 3 giugno scorso nell’omonima piazza, il grande Claudio Cecchetto si è raccontato al nostro collaboratore Riccardo Ferrazzo.

Claudio Cecchetto

“Gioca Jouer: il primo flash mob italiano” 

di Riccardo Ferrazzo

Ha iniziato a suonare quando c’erano ancora i musicisti, ha creato una canzone che a distanza di quarant’anni fa ballare ancora nuove e vecchie generazioni, ora si è creato una radio che porta il suo nome: lui è Claudio Cecchetto. Ha partecipato a Jesolo al recente evento Viva l’Italia, che ha riunito i djs che hanno fatto ballare sul litorale intere generazioni.

La tecnologia nelle consolle sta aiutando sempre di più i deejay, arriverà un giorno in cui i computer sostituiranno i disc-jockey?

Assolutamente no, (ride ndr). La figura del dj sta diventando sempre più importante: è lui che crea la serata in base alle musiche che suona, un computer non potrà quindi mai sostituirlo.

Da Ceggia a Milano, come sei riuscito a fare questo grande salto?

Qui devo ringraziare mio padre, erano più di 10 fratelli e lavoravano la terra. Lui decise di fare il camionista di linea e viaggiava spesso. All’età di un anno ci trasferimmo a Milano dove ho passato la maggior parte della mia infanzia. Ho ricevuto un’educazione scolastica nel capoluogo lombardo e un’educazione di vita a Ceggia.

Jesolo era la patria delle discoteche, ora ce ne sono molte meno come d’altronde nel resto d’Italia, come mai?

C’è stato questo cambiamento perché il mondo della notte ha ampliato l’offerta, Una volta c’era solo la discoteca, ora invece hai i locali e i bar che fanno musica con molte più situazioni di divertimento ed aggregazione.

Il successo di una canzone si può prevedere a priori? Raccontaci la storia di come è nato il tuo Gioca Jouer

No, il successo di un brano non lo puoi prevedere a priori. Il mio Gioca Jouer è stato fin da subito fortunato perché era la sigla di Sanremo del 1981 e quindi ha avuto un enorme trampolino di lancio: possiamo definirlo il primo flash mob italiano. Questa canzone è nata perché lavorando in discoteca notavo che quando facevo fare qualcosa di collettivo insieme la gente si divertiva. Da li è nata l’idea di questa canzone che fa ballare tutti.

Sei stato su Radio Deejay e poi su Radio Capital, ora da poche settimane è nata una tua radio…

Esatto, si chiama “Radio Cecchetto” ed è una web radio ma si può ascoltare anche in Dab (Digital Audio Broadcasting). Avrà molta strada da fare e magari un giorno potrebbe diventare anche una “radio television”.

Il tuo motto?

Non so cosa farò ma so cosa non farò.

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Pubblicato da: Redazione il 15/06/2023

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