JJ22_Ca' Nani_jesolo

di Manuel Pavanello

Situata sulla sponda opposta del Sile rispetto a Torre Caligo, la località di Ca’ Nani è facilmente raggiungibile da Jesolo Paese percorrendo via Adriatico in auto. Curiosamente, questa è l’unica zona comunale a rientrare nella Diocesi di Treviso e non nel Patriarcato di Venezia. Sembra quasi un luogo anonimo avvolto nella tranquillità e potremmo anche pensare che sia di recente edificazione…ma è davvero così?

I documenti storici giunti sino a noi sono scritti su supporto duraturo, sia esso pergamena ma anche carta di canapa o altre fibre tessili dal 1400 d.C; talvolta capita anche di leggere nomi che ci suonano familiari. È questo il caso di un tal Giovanni Battista (abbreviato come Gio Battā) della famiglia Nani che nel 1400 ebbe un contenzioso con alcune persone che pescavano nella valle Dragojesolo (Trago de Jexollo). Da questi elementi capiamo che nel X secolo in questa zona vivesse già la famiglia Nani e che questa avesse già una proprietà privata!

La credenza popolare attribuisce l’origine del nome di questa località al fatto che i primi abitanti fossero bassi di statura…e, strano ma vero, le due fonti si supportano a vicenda. Infatti, nelle città dopo la “rinascita dell’anno 1000” il cognome identifica un gruppo di persone indicandone una caratteristica come la provenienza (es. “Padovan”) oppure una qualità fisica, come l’altezza. Se una famiglia ha “Nani” come cognome è verisimile che il proprio capostipite fosse effettivamente basso e/o che lo fosse anche la sua famiglia. Evidentemente questo gruppo famigliare è stato il primo ad insediarsi qui o, comunque, numeroso a tal punto da dare nome all’intero circondario.

Non avvenne nulla di rilevante fino all’inizio del XX secolo, quando questo territorio venne bonificato dal Consorzio di difesa e di scolo Cavazuccherina che, dopo aver risanato più di 1.850 ettari di terreno, permise l’insediamento di altre famiglie che si dedicarono alla coltivazione di cereali. Non solo: la furia del 1° Conflitto Mondiale non risparmiò nemmeno questa zona che, dopo essere stata distrutta e occupata dall’esercito austro-ungarico, viene allagata dalle acque fluviali. Durante la battaglia del Solstizio (21 giugno 1918) l’esercitò italiano rioccupò Ca’ Nani che tornò ad essere italiana. Con la ricostruzione nel dopoguerra ripartì l’attività agricola…e con ciò arriviamo ai giorni nostri.

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