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Intervista a Pierpaolo Spollon
“Sono un estroverso, un chiacchierone!”
di Martina B. Tagliapietra
Pierpaolo Spollon, il famoso attore di DOC e Blanca, è in viaggio mentre riceve la nostra telefonata: si sposta da una tappa all’altra del suo tour “Quel che provo dir non so”.
Ecco qualche domanda che gli abbiamo rivolto per voi.
Iniziamo con il tuo percorso artistico: nella tua carriera sei passato per il cinema, lo spettacolo, la televisione e la scrittura. Come vivi questa sperimentazione di generi? Sei mosso dalla curiosità o sei alla ricerca della tua forma di comunicazione artistica?
A muovermi è sempre la curiosità, faccio le cose perchè spero di divertirmi – e questa è una cosa molto jesolana a dire il vero. Ride (ndr). Alla fine ogni forma di espressione artistica racconta qualcosa, sperimentare mi serve per capire cosa vale la pena raccontare, e come raccontarlo.
E se ad oggi dovessi scegliere il tuo destino tra cinema, scrittura e teatro?
Se potessi io farei sempre e per sempre cinema. Il cinema è il motivo per il quale ho iniziato a fare questo mestiere, cercare di riprodurre la magia di un film. La poesia di fermarsi in un posto senza pensare ad altro, senza cellulare, senza nulla e guardare lo schermo enorme di un cinema per due ore, tutto questo per me è impagabile.
Dopo i tuoi successi Rai la gente ti conosce e ti ferma. Cosa ne pensi del successo? Ti piace, lo attendi da molto o faresti volentieri a meno della popolarità?
Io non ho mai pensato di fare questo mestiere per la popolarità. Molti lo fanno, – non giudico – ma per me non è affatto così. Per ora vivo la popolarità come un indotto piacevole del mio lavoro, una conseguenza del fare bene quello che faccio. E poi a me la gente piace, è sempre piaciuta: anche prima di fare questo mestiere ho sempre cercato le persone, sono sempre stato un estroverso, un chiacchierone. Stare con la gente è il significato di questa vita, delle emozioni, del mio lavoro.
Sui tuoi successi Rai. In Blanca ti sei cimentato nella recitazione di un ruolo negativo; riesci comunque ad affezionarti al personaggio o fai più fatica ad entrare nella parte?
Devi per forza affezionarti al personaggio, devi difenderlo sempre, se non lo fai tu hai perso in partenza. Io difendo sempre i miei personaggi anche se sono negativi: cerco in loro delle giustificazioni, delle motivazioni profonde. Nel mio lavoro non faccio distinzione tra personaggi buoni e personaggi cattivi. Dopo Blanca mi diverte vedere cambiata la percezione di me che ha la gente, si riconduce sempre alla mia persona ciò che si è visto in TV.
Come vivi il ruolo di padre nella dimensione della recitazione? La tua esperienza di vita ha cambiato i tratti del tuo modo di interpretare la paternità? Penso ad esempio al tuo ruolo di Marco Allevi in l’Allieva.
Forse in Marco Allevi un certo livello di inconsapevolezza ci stava. Per un mio prossimo ruolo sono convinto che l’essere padre mi aiuti a cambiare il personaggio, soprattutto perchè ad oggi ne riconosco le difficoltà.
Da nativo padovando dovresti conoscere bene le nostre spiagge. Hai dei ricordi particolari legati alla tua infanzia? O qualche aneddoto di gioventù da raccontarci?
Io sono trent’anni che vengo nelle vostre zone, da giovane facevo la vita jesolana: discoteche e parco acquatico compreso. Oggi, da papà, torno e apprezzo comunque questo litorale. La sua forza è che ha moltissimo da offrire in ogni momento della vita.
Pubblicato da: Redazione il 28/11/2024