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L’intervista | 25
Ci ricordano che siamo tutti realmente legati gli
uni gli altri, come la stessa pandemia ha detto
drammaticamente, e quindi c’è una correspon-
sabilità - nel bene e, talora, anche nel male - nel
portare avanti la vita personale e familiare ma
anche la società, l’economia, la finanza, la poli-
tica e via dicendo. Chiedo di raccogliere l’invi-
to del Santo Padre a far crescere un “pensiero”
nuovo, aperto e capace di rigenerare il mondo,
uscendo dalla mentalità individualista, consu-
mista e tecnocratica che considera la persona
in maniera riduttiva e la “slega” dal popolo a
cui appartiene rendendo sempre più insensibili,
se non indifferenti, alle sofferenze e ai bisogni di
chi ci sta accanto. Ecco perché fraternità e ami-
cizia sociale devono essere parole d’ordine di
questo tempo.
E poi c’è il tema della “fede interiore”, in que- Per molte famiglie della nostra comunità Che ripresa si attende una volta che questo
sto momento di forte prudenza esteriore.... sarà un momento difficile. Qual è il messag- momento “particolare” sarà terminato?
Su questo aspetto dobbiamo intenderci bene. La gio che si sente di rivolgere a loro? Ci attendiamo tutti una ripresa economica e so-
fede cristiana non è un orpello o un vestito da in- A tutte le persone e le famiglie di Jesolo con- ciale, anche se sappiamo che non sarà facile. Ma
dossare o togliere a piacimento, ma richiede che fermo vicinanza e affetto. E a tutti vorrei dire: perché la ripresa sia vera bisogna che sia anche
sia assunta e vissuta “interiormente”, realmen- teniamo accesa, insieme, la fiammella della spe- “antropologica” e che faccia riprogettare gli stili
te e nel profondo dell’animo di ogni credente, e ranza anche quando avvertiamo di più la stan- di vita e i nostri modelli di sviluppo, come anche
venga quindi testimoniata. L’aspetto interiore e chezza, la fatica e il peso delle difficoltà e delle le ragioni dello stare e del vivere insieme. Chie-
spirituale non deve farci dimenticare la dimen- prove. Invito tutti a non isolarsi e a non pensare diamoci, allora, quali sono le priorità e i valori
sione pubblica della fede - che incide sulla vita di “in piccolo”, senza troppe timidezze nel chiede- fondamentali che illuminano e orientano la no-
un popolo, di una società, di una città - e pure il re e offrire aiuto, foss’anche solo un sorriso o un stra cultura e la nostra società. Deve essere que-
bisogno che essa si esprima in riti, momenti e in- momento di ascolto. Riscopriamo i vincoli fami- sta la volta “buona” in cui l’immagine e l’idea di
contri “in presenza” oggi fortemente limitati per liari e di prossimità, teniamo aperto e sensibile persona che portiamo avanti risulti veramente
esigenze di prudenza e sicurezza collettiva. Tutto il cuore, pratichiamo la solidarietà in tante for- espressione dell’uomo, di tutto l’uomo e di ogni
questo ovviamente nel segno della vera laicità. me e nei tanti gesti della vita quotidiana. uomo. E qui il Vangelo ci indica un percorso.