
La Venezia dei grandi | Fuori dagli schemi, fuori dall’acqua
di Martina B. Tagliapietra
In ogni numero vi raccontiamo Venezia attraverso i dipinti, le musiche, i viaggi, i drammi e le commedie dei suoi maestri. Le storie degli uomini che hanno reso grande una piccola isola ormeggiata nell’alto Adriatico, uno splendore di cui godere e un gioiello da proteggere. Il maestro di questo mese è il Prete Rosso, Antonio Vivaldi.
E’ arrivata la primavera e mentre la campagna si colora di verde, i campi si preparano per l’estate, gli animali si risvegliano dal letargo, a Venezia non succede nulla di tutto ciò. In questa città della nuova stagione troviamo solo qualche indizio appeso alle chiome dei suoi alberi eppure la magia si percepisce eccome: la primavera in laguna ha un modo tutto suo di rivelarsi, un suono, o meglio, una musica.
Antonio Vivaldi, il Prete Rosso che si sforzava di nascondere la sua capigliatura sotto voluminose parrucche e che non celebrava messa, resta una delle figure più iconiche del Settecento Veneziano e non solo. Cresciuto tra il sestiere di Castello, la Basilica di San Marco e l’Ospedale della Pietà, Vivaldi è il veneziano per eccellenza che in quest’isola ha radicato la sua educazione musicale e che qui ha fatto germogliare i suoi maggiori componimenti. Nella storica chiesa della pietà, in riva degli schiavoni, Antonio Vivaldi insegnò violino alle musiciste che verranno ricordate come le sue muse. E se per Venezia storicamente e artisticamente non c’è primavera più grande del barocco musicale, musicalmente non c’è Primavera più famosa di quella di Vivaldi. Egli ancora oggi ci fa conoscere questa stagione attraverso le sue note: nell’isola c’è sempre una scuola, una chiesa o un palazzo dove poter ascoltare la musica dei maestri veneziani.
Nel mondo moderno il silenzio non esiste più, continuamente inquinati dai rumori della città e dei suoi mezzi, oggi siamo in grado di udire molto meno di quanto erano capaci di fare i nostri antenati. Ma se c’è una città sulla terra che la sera sa essere veramente silenziosa, quella è Venezia in certe sue calli. Il silenzio veneziano è l’unico vero rumore che sa interrompersi davanti alla musica. Ancora oggi, lontana da ogni fragore urbano, questa città sa davvero accogliere e riportare in vita i componimenti del suo grande maestro.
Per questa Pasqua e questa nuova primavera, l’augurio è di rimettersi in ascolto. E se volete sentire davvero la Primavera, prendete un traghetto e andate a Venezia.
Travel Journal

Sestiere di Castello
Vivaldi, nato il 4 marzo 1678 in condizioni di vita precarie, fu inizialmente battezzato presso la casa della sua levatrice. Il battesimo fu poi perfezionato un paio di mesi dopo, intorno ai primi di maggio, presso la chiesa di San Giovanni in Bragora. Il sestiere di Castello sembra infatti ospitare non solo questo importante evento ma anche l’intera infanzia dell’artista il quale pare sia cresciuto proprio in parrocchia della Bragora, nello stabile della famiglia nobiliare Salamon.

Basilica di San Marco
Se questo luogo è iconico per Venezia e non necessita di presentazioni, forse non è altrettanto noto che intorno alla fine del Seicento era cappella privata del doge e poche persone potevano accedervi. Il padre di Vivaldi, barbiere e violinista, dal 1685 accettò il prestigioso ingaggio come violinista della basilica: proprio qui il giovane Antonio – che dimostrava un precoce talento – entrò in contatto con la musica e i musicisti della Cappella del Doge.

Gli Ospedali
L’insegnamento e la pratica della musica per le orfane dei quattro Ospedali avevano un ruolo centrale: i concerti si tenevano nelle chiese e nelle sale di musica costituendo una fonte di reddito essenziale per le istituzioni che accoglievano i bambini diseredati o abbandonati. Gli ultimi Ospedali sono ancora visitabili: per la chiesa San Lazzaro dei Mendicanti si può passare dall’ospedale su campo San Giovanni e Paolo la mattina presto, intorno alle sette.

La chiesa della Pietà
La chiesa di Santa Maria della Pietà, anche nota come Santa Maria della Visitazione è un gioiello bianco ancorato in Riva degli Schiavoni. Essa è stata costruita in seguito alla morte dell’artista ma deve il suo nome e la sua fama all’adiacenza con l’Ospedale della Pietà dove Vivaldi insegnò a lungo il violino e compose diverse opere. L’edificio precedente frequentato dall’artista doveva essere diverso e sorgeva sul lato destro rispetto alla chiesa attuale, da questa chiesa gli furono commissionate varie opere.
Pubblicato da: Redazione il 15/04/2025